venerdì 2 maggio 2014

Ascoltami

Ascoltami. Il problema è sempre stato cominciare. Il giglio è bianco, poi non è più bianco. Ascoltami. So che c’è sempre un’ombra, un seme gettato nel peggiore dei luoghi, un seme che non darà frutti. Ascoltami. C’è un fiume d’erba e vento, c’è un freddo che non va via dalle mani, ci sono sempre zolle di fango umido sotto i fiori, e foglie morte, e odore d’acqua dolce, ed altre cose terribili. Ascoltami. Metto a fuoco, schiarisco, ingrandisco, scopro dettagli che non avrei mai voluto immaginare. Ascoltami. Ho sempre avuto notti e fogli bianchi. Ora ho solo te, e non so più cantare, e non so più suonare, e non so più vivere. Ascoltami. Qualcuno ha badato a me, o mi ha chiuso da qualche parte, come si fa con i dementi, gli scomodi, i conigli, i fratelli, le scatolette, le fotografie, i fiori secchi che non puoi buttare. Ascoltami. Il sole se n’è andato, il cielo è sangue ed aranciata. Non c’è modo di essere più soli, lontani, divisi, abbandonati in questa landa di terra bianca e azzurra dove crescono solo le fragole. Ascoltami. Ancora un attimo, un momento, non ti annoierò, ti annoierò, non è importante, lo è. Ascoltami. Ho ucciso un pettirosso, il suo sangue era sulla neve. Non aveva fatto niente, non aveva detto niente. Ascoltami. Passo tra le felci e ne sento il ruvido contatto, passo tra felci secche e luoghi che mi amavano. Non sono più nessuno, non sono più un’ombra, sono una persona, sono nato e non mi piace il mondo, non mi piace la luce, fatemi tornare indietro. Ascoltami. Sono dentro di me, sono dentro di te, sono in fondo, in un posto comodo. Sono brace nel buio, sono acqua che scorre in un tubo, sono l’ultimo anello del tronco, sono un sasso e dentro il sasso io vivo. Ascoltami. C’era un disegno su quella pietra, disegno di gente morta, non ci sono più quelle mani e quegli occhi. C’era un disegno e nessuno l’ha cancellato, nessuno lo può cancellare. Il mondo siamo noi che leggiamo i disegni rimasti, la vita è scoprire rovine, muschio che cresce all’ombra e sui mattoni, è uno starnuto, uno schiocco, un lampo di vetro su un monte lontano, una finestra che si apre, aria che entra e chissà. Ascoltami. Rispondimi. Parla con me, e di me, egoista come l’albero che cresce solo, io che lo sono, io che non sono altro. Parla di quello che vedi, dentro sono verde, o azzurro? Rispondimi. Ascoltami. Parla con me. Raccontami. Scrivi una favola, voglio fare il lupo e il principe, e il castello. Voglio essere tutto, voglio mangiarmi ed uccidermi, sposarmi e vivere felice e contento. Voglio essere la volpe, e la luna che gli illumina il passo. Voglio essere il drago, e la spada che lo uccide. Voglio mettere radici in te, così profonde, che nessun vento mi possa strappare. E ogni foglia o lacrima che mi cade, per autunno o stanchezza, voglio che si appoggi su di te, voglio che sia leggera, voglio che sia tua.

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