giovedì 12 marzo 2015

Fin

Su friendfeed non sto più andando, perché sono fatto così. Non reggo nemmeno i titoli di coda dei film, se una roba è agonizzate, meglio un bel colpo alla nuca, e via. Non mi piace rivangare, non farò nessun backup perché le cose vanno vissute lì, sul momento, e poi basta. Inutile portarsi dietro la vita come il guscio della tartaruga. Ogni tanto si fa una bella muta, si è tenerini per po’ e poi via, come nuovi. Sarà per quello che le aragoste, sapete, fanno quella cosa di essere immortali.

Però i ricordi ci stanno tutti, quelli che mi posso portare appresso, quelli leggeri. Sono arrivato su FF nell’anno salcazzo, perché io non ho la percezione del tempo, potrebbe essere 1996, 1908 o 2005. Escluderei il 1908 perché sono quasi sicuro che non ero ancora nato. Lo trovai per caso perché avevo la passione dei feed, e stavo spammando le mie foto su ogni mezzo possibile.

Il primo utente con cui interagii fu Elisola. E’ ancora oggi un’amica e le voglio molto bene.

Quasi subito conobbi S., F., Woland, Thomas Morton, mi piaceva questa cosa che FF era diverso. Si schifava il facile compiacimento, si parlava ammodo, non si cercava di fare la ruota come i tacchini, non c’era quella fame di attenzione che c’era altrove. Quella roba per cui fingi di essere qualcun altro pur di raccattare un complimento. Quella dove ti fingi laureato se hai la terza media o donna bellissima se sei un caldaista di piacenza, solo per sentirti dire: oh come sei intelligente, oh che bel culo.

Per me fino a quel giorno le chat erano un posto dove si raccattava figa uno-a-uno, e i social network un posto dove si raccattava figa uno-a-molti e senza vergogna. Su frenfi era diverso: si raccattava figa ma ci si dava un tono, quasi che non ce ne fregasse niente. Mi piaceva.

E poi si parlava di altro. Non di calcio, non di figa (non solo), non dei soliti temi da chat e non coi soliti toni da newsgroup. E poi c’era Azael e si bestemmiava in copto, e tutti sembravano una spanna più intelligenti e più stanchi. E non c’erano moderatori. E non ce n’è mai stato bisogno. C’erano anticorpi sufficienti a stroncare la sifilide di un esercito di lanzichenecchi.

Poi vabbè, ci siamo spompati tutti, però era bello lo stesso. Un gruppo di reduci rincoglioniti che ogni tanto ne sparano ancora una buona.

Ho conosciuto tanta gente importante, a cui ho voluto un bene pazzesco, mi sono fatto le storie, mi sono incazzato, poco, tanto, mi sono creduto superiore e poi non lo ero manco per il cazzo.

Ho imparato ad amare i picci, ho conosciuto Ubi che se non lo conoscevo era tutto diverso, Guido che mi ha ascoltato e aiutato davvero, ho conosciuto Vertigoz che è stato solo un bieco mezzo per arrivare a Giummi, ho conosciuto Lamarta, Zia che è davvero bellissima come la dipingono, Karin che è l’essere più adorabile dei due emisferi, mi sono ubriacato come una scimmia con IlMaestro e il succitato Woland e alla fine parlavamo di cinema polacco e non lo so, non facevo le due così e non bevevo così tanto da vent’anni.

Ho conosciuto tanta gente, anche famosa, anche no. Prima di conoscere Roi frenfi mi ha tenuto compagnia ogni sera in un momento brutto, in cui ero solo come un cane. Avete cantato e recitato nei microfoni per farmi ridere, vi siete fatti i selfie alle tette per farmele vedere o al cazzo e avrei preferito di no. Ho fatto qualche amicizia, e persino qualche affare. Ora forse vi sarà più chiaro perché non mi serve salvare niente: primo perché niente e nessuno si salva, mai; e poi perché il backup dei miei anni di frenfi sono io.