lunedì 14 ottobre 2013

Santa Giulia e le sante barbute

E' una santa strana e controversa, Giulia. Di lei non si sa niente di certo, le leggende inseguono le leggende, gli storici religiosi sono in polemica da sempre. Certo, quel corpo di donna inchiodato alla croce fa un certo effetto, sembra quasi una provocazione post-moderna.




E invece è tutto in seno a Santa Madre Chiesa: una donna che visse la Passio Christi, compresi i passi della flagellazione, la crocifissione, l'unzione del corpo. La sua essenza sembra scaturire dal desiderio di avere una figura femminile nei panni del Cristo, un riferimento audace ma potente che svincoli l'adorazione cristiana femminile dalla figura tutto sommato passiva della madonna e la porti verso un ideale attivo, protagonista della fede cristiana. Fino ad occupare quello spazio tra i legni con un atto che molti santi uomini rifiutarono perché ritenuto superbo, un messaggio per dire alle donne cristiane che il loro ruolo non è solo sullo sfondo della rivoluzione religiosa, ma può e deve essere al centro del credo, in prima linea e nel reincarnare direttamente la passione del cristo.

Non è un caso che proprio Hieronymus Bosch, artista che ha esplorato con forza i limiti e i misteri più esoterici del cristianesimo, anche e soprattutto nelle suoi simboli più estremi, mistici e sui confini dell'eresia, gli dedichi il sontuoso "Trittico di santa Giuliana".




Tutte queste leggende si intrecciano, divergono e convergono intorno alla potentissima figura medievale della "Virgo fortis", che permea e attraversa i miti di Santa Liberata e dell'ancora più eterea e simbolica figura di Santa Wilgefortis, entrambe rappresentate leggendariamente come donne in croce. 




Nel caso di Wilgefortis, la leggenda prende le tinte addirittura di uno sconfinamento sessuale, quando la giovane santa, pur di non andare in sposa ad un uomo e conservare la propria verginità, viene esaudita nella crescita di una folta barba.






E non finisce, ovviamente, qui. La confusione tra i cristi "in gonnella" e le sante crocifisse è tale e tanta anche i miracoli attribuiti agli uni o alle altre si scambiano. in particolare, sia la santa barbuta che il Volto Santo di Lucca condividono il dono di una scarpa d'oro ad un violinista povero, gesto che ritroviamo proprio ad Ortona, nella celebre basilica di San Tommaso Apostolo, dove il Cristo dona con un gesto del piede nientemeno che un Graal ad un giullare che si esibisce per lui.


Queste leggende si intrecciano a loro volta con quelle dei crocifissi "vestiti", come ad esempio il Volto Santo di Lucca, che probabilmente generarono in passato grande confusione tra i fedeli rispetto all'identità di genere della figura crocifissa. Tale confusione venne in alcuni casi addirittura alimentata, probabilmente per far crescere la curiosità e l'interesse verso queste forme iconografiche: secondo alcune leggende Giulia venne infatti privata dei capelli e dei seni durante il supplizio, il che rafforza la credibilità di una sua rappresentazione con sembianze "maschili".




Una ulteriore parentesi su questo percorso è Santa Liberata da Como, altra entità legata da una parte alla crocifissione (leggenda vuole ch'ella salvò dal martirio in croce una donna nobile), e dall'altra alla protezione della maternità (ed è infatti spesso rappresentata con due bambini in fasce).



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